rassegna stampA

m.bo: roberto cravero l'ultima bandiera 1998


 

PALLONE E SOLDI

"Cravero, piemontese di origine e per formazione culturale, non è il tipo da facili confidenze. Essendo però un ragazzo semplice rifugge il "lei", a meno che la situazione non richieda formalità eccessiva. Ebbene, c'è una persona che conosce da quasi vent'anni ma alla quale non ha mai voluto, o forse non è riuscito, per rispetto profondo, rivolgersi con il tu: quel signore risponde al nome di Beppe Bonetto, "Il Dottore", come lo apostrofa, da sempre, Cravero.
Bonetto è la persona che ha iniziato a credere nel libero sin dalla prima volta che lo vide in una partita disputata sul campo del Cenisia, un'isola o meglio un paradiso per i bambini che abitano in una zona di Torino tra le più rinomate della città. Allora lavorava per il Torino, come general manager. Poi, passato qualche anno, cambiato mestiere, si presentò a quel ragazzo promettente e al termine di un breve discorso i due si strinsero la mano. Un patto proseguito nel tempo, per tutta la lunga carriera da professionista.
Bonetto, persona amabile, dalla battuta pronta e la voglia di scovare un filo di ironia in tutti i secondi della vita, ha avuto il merito di aprire diverse strade nel calcio. Come dirigente di club portò, all'inizio degli Anni '70, una metodologia di gestione della società che prendeva come punto di riferimento il management. Un concetto futurista, per un'epoca in cui i presidenti svolgevano mille funzioni tranne quella di amministrare con criterio. Il risultato più importante, in questo senso, lo ottiene nel maggio del 1976 quandi il suo Torino vince lo scudetto.
L'altra grande "invenzione" del Dottore ha per oggetto non più la società di calcio ma il calciatore: Bonetto inventa di fatto un mestiere, quello del procuratore, che circa vent'anni dopo diventerà l'anima, a volte non limpidissima, ma non certo per colpa sua, del calcio. Per parlare del suo pupillo, Beppe Bonetto ci riceve nel suo elegante ufficio del centro torinese. Sulla grande scrivania in legno marrone scuro, ordinatissima, offerte di sponsorizzazioni per i suoi assistiti, inviti per conferenze internazionali sul futuro della categoria, lo scadenziario per le cessioni da una squadra all'altra e una cartella arancione, che spicca non tanto per il colore ma perchè è vecchia o perlomeno datata rispetto a tutti gli incartamenti.
Al centro della copertina c'è un nome scritto in stampatello, nemmeno troppo grande: Roberto Cravero, col cognome sottolineato. Il "Dottore", avvisato sull'oggetto della chiaccherata aveva deciso di cercare aiuto in ritagli di giornale e documenti ufficiali riguardanti il Capitano. Li consulta ogni tanto, giusto per trovare conferme sullo stato, ottimo e invidiabile, della sua memoria. Ad ascoltarlo, il figlio Marcello che ha seguito le orme del papà. Il racconto parte dal 1978, quando..."

Pagg. 139/140 - MARCO BO: Roberto Cravero l'ultima bandiera - G.P. Editions - 1998 - L. 19.000