rassegna stampA

L. LONGHI: Tutti gli uomini che hanno fatto grande il Torino F.C. - 2011


 

GIUSEPPE BONETTO

(curiosamente vi è la foto di un tenebroso signore che sta addirittura fumando, di provenienza assolutamente ignota)

Giuseppe Bonetto
Dirigente
Nato a Torino il 10 ottobre 1934
Nel Torino dal gennaio 1964 al gennaio 1982
Palmarès: 1 scudetto ('75-76), 2 coppe Italia ('67-68, '70-71)

Torinese e granata doc, nato nel 1934 sotto il segno della bilancia e forse anche per questo - stando ad astrologi e ciarlatani vari - abile negli affari, Beppe Bonetto è stato per diciotto lunghi e indimenticabili anni il braccio destro di Orfeo Pianelli. Sono figli del suo lavoro uno scudetto e due Coppe Italia, anche se lui è solito aggiungere i due "quasi" titoli di campione d'Italia del 1977. Amarcord numero uno. 1971-72, giornata 21: Cotenna Agroppi segna a Genova contro la Sampdoria la rete che vale il pareggio, ma per l'arbitro Barbaresco il pallone non è mai entrato. Tale Marcello Lippi, nella sua ottica, l'aveva deviato prima che varcasse la linea. Alla fine, la Juve vince lo scudetto con un punto di vantaggio su Toro e Milan. Amarcord numero due. 1976-77, il Toro scudettato fa 50 punti, ben cinque in più dell'anno prima. I bianconeri ne ottengono uno in più. Maledizione.

Laureatosi in Ragioneria presso la facoltà di Economia e Commercio di Torino nel 1958 con una tesi intitolata Amministrazione economica delle società calcistiche, relatori i chiarissimi professori Onida e Caprara, Bonetto comincerà a lavorare nel mondo del pallone nel 1958, presso la Lega Nazionale professionisti. Vi rimarrà sino alla chiamata di Pianelli e, l'1 gennaio 1964, si insedierà al Torino in qualità di direttore generale.

E' l'inizio di un sodalizio duratuto e di successo. Passo dopo passo, Pianelli e Bonetto costruiscono un organico via via sempre più competitivo, rimettono a posto le finanze di una società rilevata in condizioni precarie e ridanno smalto all'orgoglio granata. Dopo anni di medietà il Torino ritorna fra le grandi, non finisce mai sotto il decimo posto e torna addirittura a vincere. Anzi, quando lo fa, a stravincere. Sono decisioni magari impopolari quelle che nell'estate del 1975 portano agli addii di bandiere con Agroppi e Cereser, compensati dagli arrivi di ragazzi come Pecci, Caporale, Gorin e Patrizio Sala e all'approdo in panchina di Gigi Radice. Scelte non facili, ma vincenti.

Bonetto ha lasciato il Torino il 31 gennaio 1982, pochi mesi prima della cessione della società da Pianelli a Sergio Rossi, per diventare direttore generale del Napoli, quindi successivamente intraprendere collaborazioni con Perugia e Genova. Ad ogni buon conto, è stato uno dei più grandi dirigenti sportivi d'Italia: ci aveva visto giusto il giornalista Antonio Ghirelli quando, nel 1958, su "Tuttosport" scrisse un articolo sulla sua tesi di laurea:

Dove questa tesi di laurea assume, un notevolissimo interesse anche in sede extra-universitaria è in tutta la vasta zona centrale (...del campo, stavamo per scrivere!), che allaccia lo sviluppo tecnico del campionato a quello economico delle singole società. Qui Giuseppe Bonetto dimostra acutezza di osservazione e vigore di idee: in altre parole una personalità di sportivo e di intellettuale tipicamente moderno; ma purtroppo assai poco comune nel nostro Paese.

A metà degli anni Ottanta, Bonetto ha cambiato strada e, da allora, è fra i più noti agenti di calciatori d'Italia. Una professione, quella di procuratore sportivo, che il "dottore" - come lo chiamano quasi tutti nell'ambiente - ha contribuito a istituzionalizzare, fondando in seguito con il figlio Marcello la I.F.A., l'agenzia che gestisce appunto il rapporto di mediazione fra i club e calciatori.

Pagg. 33/34 - LORENZO LONGHI: Tutti gli uomini che hanno fatto grande il Torino F.C. - I giocatori, i tecnici, i presidenti: dalla fondazione fino ai nostri giorni, la storia granata raccontata attraverso le gesta dei suoi protagonisti - Ultra Sport - novembre 2011 - € 13,90